L’assorbimento acustico dei materiali può essere complesso in ambienti di lavoro, esercizi commerciali o spazi domestici.
Negli ambienti interni dove trascorriamo la quotidianità, le onde sonore non dovrebbero rendere difficoltosa la comunicazione. Ma quando la fonoassorbenza di rivestimenti e arredi non è buona, è facile ritrovarsi locali rumorosi in cui c’è un forte riverbero sonoro.
Come fare in questi casi?
In prima battuta, occorre capire che cos’è il fonoassorbimento dei materiali e perché è importante. Poi bisogna valutare come aumentarlo per migliorare l’esperienza di tutte le persone che visitano lo spazio in questione, che sia una casa, un ufficio o un negozio. In questo articolo, trovi tutte le informazioni essenziali da sapere sull’assorbimento acustico dei materiali.
Per capire che cos’è l’assorbimento acustico dei materiali, detto anche “fonoassorbimento”, è bene richiamare alla memoria la nozione di onda acustica.
Un’onda viene definita come una perturbazione che si diffonde nello spazio trasportando energia da un punto A fino a un punto B attraverso la variazione di una grandezza fisica.
Nel caso delle onde sonore la grandezza fisica sottoposta a variazione è una proprietà del mezzo in cui perlopiù le onde si propagano, cioè una proprietà dell’aria: la pressione.
Il fonoassorbimento corrisponde alla capacità di un determinato materiale di assorbire l’energia trasportata dall’onda sonora.
Maggiore è l’assorbimento acustico di cui un materiale è capace, minore sarà il riverbero del suono e migliore l’acustica della stanza.
Quando un’onda acustica colpisce una superficie, una parte della sua energia viene assorbita e una parte, al contrario, “rimbalza” e torna a propagarsi nell’ambiente. Questa riflessione dell’onda sonora prende il nome di “riverbero acustico”.
L’onda acustica riflessa che torna a propagarsi nello spazio interferisce con le onde che si diffondono dalla sorgente sonora iniziale. Così si crea un effetto eco fastidioso e l’ambiente risulta rumoroso e poco piacevole per chi vi trascorre del tempo.
Il coefficiente di assorbimento acustico quantifica la capacità di un certo materiale di assorbire l’energia dell’onda sonora.
Viene indicato con la lettera dell’alfabeto greco α (alpha) ed è rintracciabile in tabelle che ne danno la misura corrispondente ai diversi materiali.
Se il coefficiente acustico è 0,86, per esempio, il materiale cui corrisponde riflette l’86% dell’energia dell’onda sonora.
Il coefficiente acustico è un dato importante perché permette di farci un’idea di come un materiale si comporterà a livello acustico in un ambiente chiuso.
La misura dei coefficienti acustici permette di distinguere tra materiali fonoassorbenti e non fonoassorbenti.
Ci sono cinque classi di fonoassorbimento che vengono identificate da lettere alfabetiche maiuscole, dalla A alla E.
La classe di fonoassorbimento A corrisponde a quei materiali che hanno un coefficiente tra lo 0,90 e lo 0,95 e sono quindi molto assorbenti.
Al contrario, l’ultima classe, la E, comprende i materiali che hanno un coefficiente tra lo 0,15 e lo 0,25.
Se il coefficiente è tra 0 e 0,10, il materiale è considerato riflettente e quindi non classificabile sul piano della fonoassorbenza.
Il coefficiente di assorbimento acustico entra in gioco nel calcolo del tempo di riverbero, che è inversamente proporzionale alla capacità di un materiale di assorbire l’onda sonora.
Per capire quanto incide il riverbero acustico in uno spazio chiuso, determinando un fastidioso effetto eco oppure assicurando una buona percezione dei suoni, occorre calcolare il tempo di riverberazione.
Il calcolo viene effettuato attraverso il cosiddetto “metodo di Sabine”.
Il tempo di riverberazione è misurato e indicato generalmente come T60, cioè il tempo necessario per ridurre di 60 dB un suono. Per andare a quantificare T60 si usa la formula di Sabine: T60 = 0,16*V/A
La variabile V corrisponde al volume dell’ambiente, di cui si sta valutando il tempo di riverberazione, che deve essere espresso in metri cubi.
Più complessa è, invece, la variabile A che corrisponde all’unità di assorbimento e si ricava così: A = Σ S*α
S è la superficie misurata in metri quadrati, mentre α è il coefficiente acustico. S e α vanno misurati per ciascuna superficie della stanza: pavimento, soffitto e pareti.
La fonoassorbenza è maggiore in quei materiali porosi che per la loro conformazione sono in grado di “intrappolare” l’onda sonora.
Se a casa o in ufficio o nel proprio esercizio commerciale, c’è un consistente riverbero acustico che disturba la comunicazione, bisogna pensare a come aumentare l’assorbimento acustico. Una possibilità è inserire molti elementi tessili, anche drappeggiati. Velluto, lana e tessuti che presentano una superficie strutturata offrono una buona fonoassorbenza.
Una soluzione più efficace è rappresentata dai pannelli fonoassorbenti, costruiti specificamente per trattenere l’energia delle onde sonore minimizzando le interferenze con le sorgenti originarie.
Noi di Momenti proponiamo Acoustic Wall Sound, un sistema di pannelli fonoassorbenti decorativi che ti assicura la purezza del suono e la bellezza dell’insieme.
Il materiale è realizzato apposta per trattenere le onde sonore all’interno delle minuscole cavità che rendono porosa la sua superficie.
È rivestito con stampe artistiche che riproducono l’opera di designer affermati di altissimo livello. Così l’acustica del tuo ristorante, della tua casa o del tuo ufficio è frutto dell’unione tra intuito creativo ed eccellenza della ricerca nel settore dei materiali.